
Home » Epoche » Età romana »
Come avevo promesso nell’articolo sui resti delle mura romane di Torino, oggi vi parlerò della Porta Palatina, l’unica delle quattro porte d’accesso a Iulia Augusta Taurinorum ad essersi conservata fino ai giorni nostri.
Rappresenta quindi una delle principali testimonianze archeologiche della Torino romana, nonché uno dei capolavori di architettura militare romana meglio conservato nel mondo.
Qual era esattamente delle quattro porte?
Per gli antichi romani era conosciuta con il nome di Porta Principalis Dextera ed era la porta del lato settentrionale della cinta muraria, verso la strada per Mediolanum (l’antica Milano) e Ticinum (oggi Pavia), in corrispondenza dello sbocco del cardo massimo della città.
Datazione
In età romana gli ingressi alla città avevano una loro autonomia architettonica rispetto alle mura e in alcuni casi venivano costruiti prima del completamento della cinta, con lo scopo di fornire subito accessi ufficiali e monumentali alla città appena fondata.
Probabilmente ciò è accaduto anche per la Porta Palatina, che verosimilmente è stata edificata entro la prima metà del I secolo d. C., durante l’età augustea o, al massimo, all’inizio dell’età flavia.
Come sappiamo, invece, la cortina muraria è stata terminata entro la fine del I secolo d. C.
Caratteristiche
Simbolo di Torino per il loro indiscutibile fascino, fino ai nostri giorni si sono conservate:
due torri
- a base quadrata,
- con sedici lati ciascuna,
- alte più di 30 metri
- in laterizio
- una con i merli quadrati e l’altra senza
che affiancano un corpo centrale detto interturrio
- con due ordini sovrapposti di finestre, il primo ad arco e il secondo con piattabanda piana (muratura di mattoni usata per delimitare l’apertura nella parte superiore);
- Nella parte inferiore si aprono quattro aperture, dette fornici: due più grandi per il passaggio dei carri (carrai) e due più piccoli per il transito dei pedoni ai lati;
- Lungo le pareti interne dei fornici sono ancora visibili le guide di scorrimento delle saracinesche tramite cui si chiudeva il loro accesso.
La struttura completa


Quanto vi ho descritto finora è ciò che resta di un tipo di porta urbica molto popolare in età romana, la porta con cavedio, ovvero “a cortile interno”.
Infatti alla struttura che vediamo oggi era addossato un avancorpo quadrato con un spazio interno a cielo aperto e circondato da alte mura.
Si trattava di un corpo di guardia, in cui avvenivano i controlli, in cui si riscuotevano le tasse d’ingresso alla città e in cui eventualmente si bloccavano i nemici.
È probabile che anche le altre tre porte della città appartenessero a questa tipologia.
Una precisazione: vi ho proposto due degli accurati disegni di Francesco Corni, tratto dal meraviglioso volume: “Torino romana. Una chiave di lettura della città attraverso i disegni di Francesco Corni, Parena Editore, 2012″.
- Il primo mostra il lato verso la campagna, ovvero la parte che si è conservata fino ai nostri giorni;
- il secondo ricostruisce il cortile interno e il lato verso la città.
Perché oggi si chiama Porta Palatina?
La denominazione attuale risale alla seconda metà dell’Ottocento e si ricollega al nome che la porta assunse nel XIII secolo: Porta Palacii (letteralmente “Porta del Palazzo”).
Secondo alcuni storici, i duchi longobardi e i conti franchi stabilirono la loro sede ufficiale proprio nella zona della porta romana: la vicinanza al Palatium avrebbe quindi determinato tale nome.
Questa è l’ipotesi più plausibile, ma si basa solo sulla tradizione storiografica, senza essere supportata da alcuna prova documentaria.
Dove si trova la Porta Palatina?
Se vuoi ammirare la Porta Palatina, non devi far altro che recarti in Piazza Cesare Augusto.
In occasione delle Olimpiadi del 2006, questa zona è stata oggetto di un importante progetto di riqualificazione, che ha portato alla creazione del Parco Archeologico della Porta Palatina, un’area verde che unisce piazza San Giovanni a corso Regina Margherita.
Un’ulteriore curiosità: al di là della Porta Palatina è stato anche ricostruito il bastione seicentesco, demolito in epoca napoleonica, per adibirlo a rimessa delle strutture mobili del mercato di Porta Palazzo.
Vi lascio un video fatto da me per ammirare meglio i dettagli di questo capolavoro. Spero vi piaccia.
Link utili per approfondire
- Museo Torino – La Porta Palatina
- ArcheoCarta – La Porta Palatina
- Museo Torino − Parco Archeologico della Porta Palatina
Per il momento la storia della Porta Palatina termina qua. Prossimamente ti racconterò qual è stato il suo destino nei secoli successivi e ti svelerò altri suoi segreti. Non mancare, mi raccomando!
A proposito, questo post fa parte di una rubrica più ampia riguardante l’affascinante mondo romano di Iulia Augusta Taurinorum.
Che dici, allora, di iscriverti alla newsletter? Così sarai certo di non perderti nessun articolo.
Naturalmente, se ti fa piacere, puoi commentare il post oppure condividerlo sui tuoi canali social.
D’altronde, non pensi anche tu che sia molto bello poter coinvolgere gli altri con le proprie passioni?
Arrivederci alla prossima… cioè al prossimo post sull’evoluzione della porta palatina nel corso dei secoli!
Leggi anche
- La rete fognaria di Iulia Augusta Taurinorum
- L’acquedotto di Iulia Augusta Taurinorum
- Le strade di Iulia Augusta Taurinorum
- L’anfiteatro di Iulia Augusta Taurinorum
- Il teatro di Iulia Augusta Taurinorum
- Il foro di Iulia Augusta Taurinorum
- Gli edifici e le infrastrutture di Iulia Augusta Taurinorum
- Le altre porte di Iulia Augusta Taurinorum
Post interessante! Complimenti!
Mi piacerebbe anche sapere che cosa è accaduto alla Porta Palatina nei secoli successivi. Un saluto.
Ciao Jack! Grazie per l’apprezzamento!
Riguardo la tua richiesta, ti informo che il mio prossimo articolo tratterà proprio della storia della porta nei secoli seguenti. Lo pubblicherò tra un paio di giorni. A presto!